FLIPPED CLASSROOM 2015/16

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FLIPPED CLASSROOM 

In questa pagina ho deciso di archiviare tutte le mie informazioni utili per realizzare quest' anno assieme ai miei colleghi la settimana della classe capovolta.

Inizierò con la segnalazione di una rivista strepitosa per la didattica TIC  
Cari colleghi vi consiglio periodicamente di davi un'occhiata.




TUTTI GLI ARTICOLI DI GIUGNO 2015 sulla Flipped classroom
http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/?page_id=5862

FLIPPED CLASSROOM IN AZIONE:
http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/?tag=formazione-docenti
Progetti europei.
http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/?p=5794

LA MIA FLIPPED CLASSRROOM 
http://bricks.maieutiche.economia.unitn.it/?p=5823


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Video tutorial 








Il Prof. Tullio De Mauro, intervistato da Maurizio Maglioni, risponde ad alcune domande sul libro "La classe Capovolta"






Parte la flipped class-- Created using PowToon -- Free sign up at http://www.powtoon.com/ 









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Flipped classroom, la lezione capovolta. 

La guida gratuita di OrizzonteScuola

di admin


Flipped classroom


La nostra redazione lancia il primo degli e-book gratuiti di didattica innovativa. Sapevate che grazie alle nuove tecnologie è possibile far seguire agli studenti una lezione a casa ed usare le ore a scuola per esercitarsi? Scopriamo insieme come, con Erasmo Modica.
Una guida breve, ma che spiega in modo esaustivo cos'è il "Flip Teaching", in che modo può incidere sull'insegnamento e sull'aspetto pedagogico.

La guida fornisce anche dei modelli per strutturare un piano di lavoro per le attività didattiche, consigli pratici e indicazioni per produrre video per la didattica. In fondo basta saper usare soltanto uno Smartphone.

All'interno della guida anche link che rimandano ad esperienze pratiche, con racconti da parte dei docenti ed i risultati raggiunti.

Scarica la guida

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Ecco cosa propone l'UNIVERSITA' DI  PADOVA 

presentazione prezzi del prof. Graziano Cechinato 

http://prezi.com/auncye3zklri/?utm_campaign=share&utm_medium=copy&rc=ex0share

Flipped classroom, innovare la scuola con le tecnologie del Web 2.0
Come le risorse digitali libere e le reti sociali educative stanno trasformando i momenti classici dell’agire didattico: la lezione frontale e lo studio individuale.
http://www.bodoni.pr.it/pdf/cecchinato.pdf




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Elementi di progettazione di unità di apprendimento con approccio flipped classroom

http://www.flippedclassroomrepository.it/

Carica le tue unità di apprendimento

Cerca tra le unità di apprendimento

Come pubblicare le unità di apprendimento




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Flipped Classroom, la scuola si capovolge: internet, pensiero aperto e smartphone in aula



Flipped Classroom, la scuola si capovolge: internet, pensiero aperto e smartphone in aula

L'autore de "La classe capovolta" e professore di chimica, Maurizio Maglione: "Tutti i nostri studenti hanno un telefono in tasca, allora facciamoglielo usare. Dobbiamo focalizzare la differenza tra conoscenze e competenze e cominciare a cambiare noi stessi, come insegnanti, diventando capaci di lavorare in rete"
di CINZIA RUBINI  
da Repubblica
ROMA - Non serve banda larga, non servono computer, non serve la lavagna interattiva multimediale né le fotocopie. Servono però insegnanti formati, capaci di fare anche i blogger, di lavorare in modo cooperativo. E - cosa non banale – serve che ogni studente abbia a disposizione uno smartphone e una connesione internet quando si trova a casa. Tutto sommato, forse, un obiettivo più raggiungibile che fornire una connessione a circa l'80% delle scuole – tra primarie e secondarie – che ancora oggi ne sono prive. 

Sono questi gli ingredienti della "flipped classroom", ovvero la "classe capovolta", una rivoluzione della scuola che non passa per le riforme di sistema ma per la sperimentazione quotidiana degli insegnanti. In Italia la "flipped classroom" fa breccia, visto che dal 2014 (anno di fondazione dell'associazione Flipnet Onlus) a oggi ci sono già 600 insegnanti formati e 120 sezioni di scuola in cui 'ufficialmente' si pratica la didattica capovolta. L'interesse pare destinato a crescere: a Roma la Palestra dell'Innovazione è stata presa d'assalto da docenti arrivati da tutta Italia per assistere al primo convegno nazionale sul tema.

Una didattica inclusiva. "La scuola italiana è una scuola di qualità, soprattutto le scuole dell'infanzia e elementari. Quindi non riformatele: semmai date più soldi per comprare la carta igienica – ha detto il linguista e ex ministro dell'Istruzione Tullio De Mauro – Quando comincia il diasastro? Negli ultimi anni delle scuole superiori. E allora cosa differenzia il primo pezzo dal secondo? Che la scuola primaria è inclusiva, non ci sono bocciati, che utilizza lo spazio per favorire l'interattività dei gruppi e valorizza la dimensione laboratoriale". "La flipped classroom – ha proseguito De Mauro - apre la strada a una didattica inclusiva, in cui gli studenti stanno in classe non per assistere passivi alla lezione, ma per studiare insieme ed essere seguiti individualmente". 







Tullio De Mauro, l'importanza di una scuola capovolta


Usare lo smartphone a scuola. Maurizio Maglione è un insegnante di chimica dell'Istituto Professionale Alberghiero Domizia Lucilla di Roma, ha scritto con Fabio Biscaro il libro La classe capovolta che ha aperto la strada anche in Italia a questa sperimentazione: "Insegniamo in classi spesso sporche, in cui regna l'incuria. Gli strumenti sono pochi, ma non dobbiamo cadere nel gioco del cane che si morde la coda, non ci sono computer o tablet a disposizione per tutti, ma tutti i nostri studenti hanno uno smartphone in tasca. Allora facciamoglielo usare, con l'idea che noi docenti prima di tutto dobbiamo rispondere alla loro domanda: 'ma a cosa servono le cose che ci state insegnando?'". In una "classe capovolta" l'insegnante mette a disposizione degli alunni dei materiali in rete, delle vere e proprie lezioni registrate, che possono essere anche risorse già presenti in internet ("un ragazzo impara certamente moltissimo dalla lettura della Divina Commedia di Benigni", suggerisce ad esempio Maglione) e che vengono studiate a casa di pomeriggio. La mattina, in classe, i ragazzi sono coinvolti in laboratori, lavori di gruppo, che mettono al centro la loro creatività e le loro intelligenze. "Dobbiamo focalizzare molto bene la differenza tra conoscenze e competenze – ha detto ancora Maglione – e cominciare a cambiare noi stessi, come insegnanti, diventando capaci di lavorare in rete, scambiandoci esperienze, proposte. Il circolo del cane che si morde la coda deve diventare virtuoso". 







Flipped Classroom, la scuola si capovolge: internet, pensiero aperto e smartphone in aula

La rivoluzione del world wide web. 
Ma il ribaltamento della classe prima che tecnologico deve essere culturale, ha sottolineato Paolo Ferri dell'Università di Milano Bicocca, ricordando che quando il tecnico informatico britannico Tim Berners-Lee inventò il world wide web lo fece per le esigenze della comunità scientifica "che sin dal '500 si basa su tre presupposti: i risultati devono essere pubblici, revisionabili e controllabili". Internet, insomma, nasce proprio come strumento della conoscenza, prima di diventare il mezzo di condivisione di qualsiasi cosa. Allora, è il discorso di Ferri, se si assume questo concetto ecco che l'utilizzo della tecnologia non diventa un orpello, ma il presupposto di una "svolta di paradigma" che porta con sé a cascata una rivoluzione: del setting d'aula, della relazione con gli studenti e la famiglia, e anche del processo di valutazione. Che, ha detto Mario Castoldi dell'Università di Torino, "deve smetterla di essere un momento isolato, separato, falsamente oggettivo", ma deve essere incentrato sui processi: la valutazione deve essere giocata nella quotidianità e non nel voto asettico di fine anno.

Sviluppare la creatività.
 Certo, i passi in avanti da fare sono tanti. Prima di tutto la formazione dei docenti. Ma anche uno svecchiamento culturale: basti pensare che non è mai stata abrogata la circolare che vieta l'uso del telefonino in aula. E poi, la ricerca di connessioni con il territorio. Come la Palestra dell'Innovazione di Roma che – ha ricordato il direttore Alfonso Molina – ha già messo in rete 90 scuole in Italia per supprotarle nella diffusione di una didattica che insegni il pensiero aperto. Perché creativi non si nasce, si diventa.

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GIOVANNI BONAIUTI - UNIV. CATANIA 

FLIPPING THE CLASSROOM

Da qualche tempo, in rete, si parla con insistenza di “flipped classroom model”.
Il nome è intrigante ed ho pensato valesse la pena provare a capire meglio…
Si tratta di una modalità di insegnamento (supportata da tecnologie) in cui si invertono i tempi e i modi di lavoro. Non è tanto la classe ad essere “capovolta” quanto il normale schema di lavoro in classe. Tipicamente, infatti, si ha un primo momento in cui l’insegnante spiega (fa “lezione”) seguito da un secondo momento in cui agli studenti sono assegnati problemi da risolvere tipicamente da svolgere a casa (i “compiti a casa”).
normal-classroom
Modello tradizionale
I problemi derivanti da questo tipo di impostazione sono da anni al centro di un teso dibattito accompagnato da innumerevoli proposte alternative, in particolare di stampo costruttivista (apprendimento cooperativo, lavoro di gruppo, problem based learning, ecc.) e da altrettante critiche all’efficacia di queste alternative (dispersività, complessità nella realizzazione, tempi lunghi, dubbi sui risultati, ecc.). Nel caso delle “flipped classroom” la rivoluzione non è tanto nel metodo di insegnamento, ma nel diverso modo di proporre i contenuti agli studenti e di articolare i tempi di apprendimento. L’idea è quella di fornire agli studenti dei materiali didattici appositamente selezionati, o predisposti dall’insegnante, ai quali è assegnato il compito di insegnare. Si può trattare di video, risorse multimediali, libri o ebook: l’importante è che siano in grado di trattare adeguatamente ed esaustivamente il contenuto. La prima cosa che gli studenti fanno diventa quindi quella di studiare guardando video, consultando i materiali ed adoperandoli più volte fino a quando i concetti non sono sufficientemente chiari. Tutto questo avviene prima, ed esternamente alla scuola, e non dopo come nel modello classico. La seconda parte del lavoro avviene invece in classe dove l’insegnante si troverà (almeno dal punto di vista teorico) un gruppo di studenti già preparato e, a detta dei sostenitori, finalmente omogeneo ed “allineato”. Nel contesto scolastico l’insegnante si preoccuperà quindi di proporre e seguire le attività applicative: esercitazioni, compiti, risoluzione di problemi, studio di casi, attività di approfondimento, ecc.
flipped-classroom
Modello “flipped classroom”
In altre parole l’insegnante si troverà ad investire il suo tempo nell’accompagnare allo sviluppo ed estensione delle conoscenze, alla loro trasformazione in capacità concrete. Le tecnologie sono da questo punto di vista lo strumento necessario per la realizzazione della prima parte del lavoro. Grazie ad internet le risorse vengono messe a disposizione degli studenti che possono studiarli o, a seconda del tipo di materiali, impiegarli anche in maniera attiva e cooperativa. Si pensi al caso di video, creati dagli insegnanti, che gli studenti visualizzano e su cui discutono attraverso forum o strumenti di video annotazione.
Nel video sotto “Why I Flipped My Classroom”, questa insegnante – Katie Gimbar – illustra i motivi per cui ha deciso di “ribaltare” l’insegnamento della matematica nella propria classe.

L’idea di far seguire la lezione alla visione di materiali didattici non è particolarmente originale (di fatto è una delle tante forme che può assumere il blended learning). Ciò nonostante l’aver dato un nome a questo modello ne sta determinando un certo successo. Basti vedere i video che sono presenti su YouTube o il numero di scuole ed università che hanno iniziato a sperimentare esperienze “flipped” (per una esperienza piuttosto complessa si veda: “Flipping Algebra with FIZZ” realizzata al The Willialm & Ida Friday Institute). Le origini di questa prospettiva, che sta sfociando in un vero e proprio “movimento” (Flipped Class Movement), non sono del tutto chiare. Alcuni lavori, nei primi anni del 2000, avevano documentato esperienze di “inverted classroom” nell’ambito dell’insegnamento delle scienze economiche (Lage, Platt, 2000;  Lage, Platt, Treglia, 2000) a cui sono seguite altre esperienze in ambito ingegneristico (Toto et Al., 2009; Zappe et Al., 2009; Demetry, 2010), ma tra i pionieri del “movimento”, o quanto meno tra i primi ad utilizzare il termine “flip” per indicare il rovesciamento dei tempi e modi di lavoro, ci sono sicuramente Jon Bergmann e Aaron Sams che nel 2007 iniziarono a registrare, distribuire ed usare in questa prospettiva le loro  lezioni di chimica alla Woodland Park High School in Woodland Park, Colorado.
Nel 2011 si è tenuta la prima “Flipped Class Conference” nella stessa scuola, la Woodland Park, in Colorado ed è prossima la seconda edizione. Un primo manifesto per la flipped class è stato sottoscritto da una serie di insegnanti ed è disponibile in rete, mentre si fanno spazio iniziative volte alla realizzazione di materiali didattici idonei a questo modello (si veda, ad esempio: the flippedtextbook.com o techsmith.com).
Nonostante siano passati pochi anni il dibattito tra sostenitori e detrattori è già piuttosto serrato. In particolare si fa strada, da parte dei fautori del metodo, l’idea che sia necessario precisare cosa sia e cosa non sia la prospettiva “flipped” al fine di evitarne derive ed  improvvisazioni. Si ribadisce che una “flipped classroom” non deve essere vista come sinonimo di “video online” o di “insegnamento a distanza”. E’ vero che l’interazione e le attività di apprendimento che si verificano durante il tempo in classe che è la parte più importante del processo, ma non è vero che nella prima fase gli studenti lavorino in isolamento, senza una guida o un supporto. Anzi questa prospettiva dovrebbe aumentare l’interazione e il tempo di contatto personalizzato tra studenti e insegnanti. Questo aspetto viene precisato meglio dalla proposta FIZZ della che precisa l’importanza che sia proprio lo stesso insegnante che poi seguirà le attività in classe ad essere nel video. Se è lo stesso  docente a parlare attraverso il video allo studente si crea un ambiente conversazionale simile ad una sessione di tutoraggio individuale. Anche i genitori possono guardare questi video in maniera tale da renderli partecipi del processi educativo e contribuire a rafforzare l’apprendimento a casa.
Dal punto di vista metodologico siamo in presenza di una mescolanza tra modelli di istruzione diretta (“direct instruction”) e di apprendimento costruttivista. Il risultato finale, infatti, è una classe in cui l’insegnante non è il “saggio sul palcoscenico”, ma la “guida al lato” e dove gli studenti possono ottenere una formazione personalizzata e, nello stesso tempo, assumersi la responsabilità del proprio apprendimento.
E’ ancora presto per dire se questo modello sia davvero efficace e in quali condizioni lo sia davvero. La ricerca deve ancora pronunciarsi…

Alcune risorse per approfondire
Flippedclassroom.com. Spazio web all’interno del Mathematics and Science Teaching (MAST) Institute at the University of Northern Colorado.
http://www.flippedclassroom.com/
FIZZ. Flip your classroom! Iniziativa del Friday Institute for Educational Innovation.
http://www.fi.ncsu.edu/project/fizz/
The Flipped Class Network. Un social network per educatori e insegnanti interessati a condividere esperienze e materiali.
http://flippedclass.com
Flipped-learning, sito coordinato da Jon Bergmann, da molti considerato uno dei pionieri del movimento.
http://flipped-learning.com/
Flipteaching. Sito di Ramsey Musallam, un altro dei pionieri del flipped class movement.
http://flipteaching.com/
Baryman’s Flipped Class Page. Sito coordinato da Caryman Baryman che riporta una grande quantità di esempi.
http://www.cybraryman.com/flipclass.html
A Tale of Two Students. Un esempio di progettazione di un corso di informatica concepito come “flipped”.
http://coredogs.com/article/tale-two-students
Post dal blog di Carlo Columba sulla scuola al contrario (“flipped-classroom” e “flipped-textbook”).
http://www.columba.it/

Riferimenti bibliografici
Bennett, B., Kern, J., Gudenrath, A., McIntosh, P. (2011). The Flipped Class Revealed. In The Daily Riff, in rete: http://www.thedailyriff.com/articles/the-flipped-class-what-does-a-good-one-look-like-692.php
Bergmann, J., Overmyer, J., Wilie, B. (2011). The Flipped Class: Myths vs. Reality. In The Daily Riff, in rete: http://www.thedailyriff.com/articles/the-flipped-class-conversation-689.php.
Bergmann, J., Sams, A. (2011). How the Flipped Classroom Is Radically Transforming Learning. In The Daily Riff, in rete: http://www.thedailyriff.com/articles/how-the-flipped-classroom-is-radically-transforming-learning-536.php.
Demetry, C. (2010). Work in Progress – An Innovation Merging “Classroom Flip” and Team-Based Learning. 40th ASEE/IEEE Frontiers in Education Conference, October  2010, Washington, DC.
Lage, M. J., & Platt, G. J. (2000). The internet and the inverted classroom. Journal of Economic Education, 31, 11.
Lage, M. J., Platt, G. J., & Treglia, M. (2000). Inverting the classroom: A gateway to creating an inclusive learning environment. Journal of Economic Education, 31, 30-43.
Sams, A. (2011). The Flipped Class: Shedding light on the confusion, critique, and hype. In The Daily Riff, in rete: http://www.thedailyriff.com/articles/the-flipped-class-shedding-light-on-the-confusion-critique-and-hype-801.php
Toto, R., Nguyen, T.H. (2009). Flipping the Work Design in an industrial engineering course, in Frontiers in Education Conference, 2009. FIE ’09. 39th IEEE.
Zappe, S., Leicht, R., Messner, J., Litzinger, T., and Lee, H.W. (2009). ’Flipping’ the Classroom to Explore Active Learning in a Large Undergraduate Course, Proceedings, American Society for Engineering Education Annual Conference & Exhibition, 2009.
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Un altro sito dove trovare ottimi spunti per la didattica capovolta
si segnala il secondo convegno per la didattica capovolta