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REALIZZATA LA CRONO - MACCHINA PER VIAGGIARE NEL TEMPO

15:27 Barbara Antoniel 0 Comments

27/05/2012


 ORBIS: l’Impero Romano è un viaggio scientifico

Pino Bruno | maggio 25th, 2012 - 06:22


No, non c’era il low cost, al tempo dell’Impero Romano. Solo i ricchi potevano permettersi di viaggiare e far viaggiare le merci. Gli storici e gli appassionati di storia lo sanno già, ma se il tema vi appassiona, fate un salto sul poderoso strumento di calcolo creato da Walter Scheidel ed Elia Meeks per il Dipartimento di Digital Humanities della Stanford University.  

ORBIS è un luogo inedito e affascinante, una crono-macchina che ci trasporta nel 205 dopo Cristo. Sul display appare una mappa dinamica che copre circa dieci milioni di metri quadrati di terra e mare in tre continenti. Sono stati geolocalizzati 751 siti, insediamenti urbani, strade, piste, porti, valichi, fiumi e canali navigabili. E’ un simulatore di viaggi, una sorta di navigatore satellitare o la mappa Michelin dell’epoca, quella che oggi usiamo per pianificare gli spostamenti complessi.

Impressionano il risultato e, soprattutto, il back office, cioè l’imponente lavoro di raccolta e immagazzinamento dei dati portato avanti dagli studiosi di Stanford. Quanto tempo ci voleva per viaggiare, con quali mezzi, attraverso quali percorsi. Quanti soldi erano necessari per affrontare l’impresa, a piedi, a cavallo, con i muli, i buoi, i cammelli, con carri e imbarcazioni.
L’Impero si reggeva soprattutto su questo, sul complesso sistema di comunicazione, e hai voglia a dire che tutte le strade portavano a Roma. Già, ma come ci si muoveva su quelle strade, su quelle rotte, e quanto costava trasportare uomini e merci?


Palmira, reperto archeologico

Ecco, per la prima volta, ORBIS ci permette di avere contezza del meccanismo romano dei trasporti, in termini di tempo e denaro. Il modello matematico approntato dagli esperti di Digital Humanities di Stanford tiene conto anche del mutare delle stagioni e dei budget. L’interfaccia permette di scegliere ogni modalità, a cominciare dal punto di partenza e di arrivo. Così si può valutare, ad esempio, se è più conveniente trasportare il grano da un punto all’altro via mare, via terra o attraverso il sistema fluviale.


Schermata da ORBIS

Nel ricreare le condizioni del viaggio si possono prendere in considerazione quattordici opzioni. Per i costi, storici e scienziati si sono basati soprattutto sull’editto dell’imperatore Diocleziano del 301 dopo Cristo, che contiene le informazioni sui prezzi della maggior parte delle merci in quell’epoca.
La mappa mostra che il trasporto delle merci via mare era competitivo e che per i romani era più semplice marciare in posti lontani e conquistarli, invece che far muovere le merci fra regioni differenti, a meno che non si trovassero sulla costa.
Walter Scheidel e Elia Meeks dicono che il loro lavoro non è affatto concluso.
“ORBIS è dinamica, non statica, e funziona come una pubblicazione e come strumento per la creazione di nuove informazioni, perché permette agli utenti di sperimentare avendo a disposizione un numero enorme di combinazioni di dati. Con la carta stampata non si può fare nulla del genere”.

Schermata da ORBIS

Scheidel dice di essere stato ispirato dalla mappa interattiva della metropolitana di Londra, che mostra in tempo reale i tempi di percorrenza dei singoli convogli.  E’ stata così utilizzata la stessa tecnologia di Google Maps. ORBIS incorpora i dati di latitudine e longitudine per i siti romani ricavati dall’italianissimo progetto Pleiadi , mentre per le reti stradali è stato usato il Barrington Atlas of the Greek and Roman World.
Per i viaggi in mare, poiché non esiste una rappresentazione accurata, è stato realizzato un algoritmo matematico che simula il movimento di una nave in condizioni di vento differenti, grazie soprattutto al ricercatore Scott Arcenas. Sono state inserite nel database centinaia di rotte marittime del Mediterraneo, del Mar Nero e delle coste atlantiche. Le prime rilevazioni hanno confermato l’importanza strategica del mare per lo sviluppo e l’espansione dell’impero romano.
“Il mondo romano era un prodotto del Mar Mediterraneo, altrimenti impensabile “, ha detto Scheidel. Insomma, il Mare Nostrum. 
Fate un viaggio su ORBIS e, se siete docenti di storia, viaggiate insieme con i vostri studenti. Mi direte grazie.

ORBIS è qui.

Non ho letto neanche un libro

15:16 Barbara Antoniel 0 Comments

27/05/2012
Pino Bruno | maggio 22nd, 2012 - 06:34

Ci sono terremoti che distruggono le vite, le case, i luoghi della storia e dell’arte, e terremoti meno visibili, dilazionati nel tempo, che fanno danni altrettanto gravi perché annientano le menti.  Parolone retoriche? Forse, ma è questo l’effetto che fa leggere di chi non legge, nel rapporto diffuso ieri dall’Istat su Produzione e lettura di libri in Italia 2010-2011”.
Copio e incollo alcuni paragrafi:
Il rapporto Istat su “Produzione e lettura di libri in Italia 2010-2011” rielaborato con Wordle

Nel 2011 poco meno di 26 milioni di Italiani di 6 anni e più dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista, per motivi non strettamente scolastici e/o professionali. Rispetto al 2010 i lettori di libri diminuiscono, passando dal 46,8% al 45,3% della popolazione.
Si legge di più al Nord e nel Centro del Paese, dove la percentuale di lettori è superiore al 48% della popolazione di 6 anni e più. La propensione alla lettura è minore nel Sud e nelle Isole, dove la quota di lettori scende sotto il 35%.
In Italia, anche chi legge, legge molto poco: il 45,6% dei lettori non ha letto più di 3 libri in 12 mesi, mentre soltanto i “lettori forti”, cioè chi ha letto 12 o più libri nello stesso lasso di tempo, è il 13,8% del totale.
Nel 2011, il 9,9% delle famiglie dichiara di non possedere alcun libro in casa; il 63,7% ne ha almeno 100, l’11,8% da 101 a 200 e il 14,4% più di 200.
Il fatto di vivere con genitori che leggono libri ha una forte influenza sui giovani lettori. Tra i ragazzi di 6-14 anni legge il 72% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,2% di quelli che hanno entrambi i genitori non lettori.
Esiste, inoltre, una rilevante variabilità regionale: se Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Liguria registrano livelli di lettura superiori al 55%, Marche, Umbria, Abruzzo e tutte le regioni del Mezzogiorno si attestano al di sotto della media nazionale (45,3%). In particolare, agli ultimi posti si collocano Campania (29,8%), Sicilia (30,5%), Puglia (31,5%) e Calabria (31,6%).
Unica eccezione tra le regioni del Mezzogiorno è la Sardegna, dove la quota dei lettori si situa su livelli superiori alla media nazionale (46,7%)”.
E la rete, le tecnologie? Sembrerebbero un aiutino, che non basta a compensare il vuoto creato dalla disaffezione ai libri. Dice l’Istat che:
“Tuttavia anche i giovani che non leggono mai libri nel tempo libero dispongono ormai in misura rilevante di nuove tecnologie per navigare in Internet: oltre tre su quattro di essi (79,9%), infatti, hanno una connessione al web da casa e ciò può rappresentare un’importante opportunità di accesso alle risorse culturali. In particolare, quasi un non lettore su tre (32,4%) ha letto o scaricato prodotti editoriali digitali dalla rete e il 43,3% ha consultato un Wiki.
Se si allarga lo sguardo ai comportamenti di consumo e di acquisto online, è interessante osservare che circa il 5% dei giovani lettori ha utilizzato Internet per ordinare o comprare prodotti o servizi culturali, come libri, inclusi gli eBook, giornali o riviste (7,1%), ma anche film e musica (4,9%) e biglietti per assistere a spettacoli (5,1%).
In generale, l’acquisto online di prodotti editoriali è fortemente correlato ai livelli di lettura e la quota di giovani che hanno acquistato libri, giornali o riviste su Internet è superiore al 10% tra coloro che leggono da 7 a 11 libri in un anno e si raddoppia, raggiungendo addirittura il 20,9%, tra i lettori forti di 16-24 anni”.
Il rapporto dell’Istat è disperante. Mi ha fatto tornare in mente le parole di un grande maestro di giornalismo, Sergio Lepri: 
se non sapete leggere non imparerete mai a scrivere.

Il documento integrale in pdf è a questo link.

COSA NE PENSATE RAGAZZI DI QUESTO ARTICOLO? 
VISTO CHE PER LE VACANZE ESTIVE DOVRETE LEGGERE  ALMENO 
UN LIBRO? 

Progetto UDA: TIMELINE - TIKI TOKI

16:25 Barbara Antoniel 0 Comments


Salve ragazzi vi allego le vostre timeline divise per classi in modo che possiate visionarle.
I ragazzi che devono ancora consegnare la propria linea del tempo si affrettino a farlo!!!!


La Timeline TIKI TOKI: questo termine, a volte tradotto come linea del tempo, è sinonimo di cronologia e, in campo didattico,  sta ad indicare la visualizzazione di  eventi storici, in forma grafica,  su un determinato asse del tempo , variamente definito in scansioni di tempo (secoli, decenni, anni, mesi, giorni).  
 
TIKI TOKI è dal punto di vista grafico la più avanzata che esista nel web, permette  di creare linee del tempo animate su qualsiasi argomento aggiungendo testi scritti, link, immagini e video. Le immagini possono essere reperite da Flickr e usate anche come sfondo di background.
Il servizio, in lingua inglese, si caratterizza per la sua semplicità d'uso e per le notevoli opzioni di personalizzazione offerte.Tiki-Toki
il tutto in modo completamente gratuito e senza l'obbligo di registrarsi al servizio

Gli allievi hanno compreso, tradotto ed rielaborato le informazioni apprese a scuola per costruire la TIMELINE e poi a casa hanno creato la linea del tempo, inviando tramite mail il link di riferimento al prodotto finito.
Esistono vari programmi scaricabili dalla rete per realizzare la nostra linea del tempo, ma quelli on-line sono sicuramente consigliabili, in quanto restano sempre a disposizione per modifiche e inserimenti e danno la possibilità di avere un "embed", vale a dire un codice da inserire nelle proprie pagine web come abbiamo fatto nel blog FIOR DI ZUCCHE 2.O.



1A RETI - TIMELINE

Gli zaini insanguinati chiedono risposte

13:55 Barbara Antoniel 0 Comments


Sedici anni. Anche io li ho avuti. E quando ho visto quei libri aperti e che nessuno leggerà più, quegli zaini svuotati e abbandonati con il fardello di fatiche e sogni che accompagnano ogni sedicenne, quelle scarpe senza piedi che le portino sulle strade di una vita tutta incerta ma piena di prospettive e progetti, tutta da immaginare e assaporare, non ho potuto trattenere le lacrime. Le lacrime versate quando sedici anni li avevo io e nel giro di pochi mesi vidi nella mia città i rottami delle auto della strage di Capaci, le macerie di via D’Amelio, dove era saltato Borsellino, che incontravo tutte le domeniche nella mia parrocchia, e il sangue secco di Padre Pino Puglisi a Brancaccio, professore di religione del mio liceo. Credevo che non avrei mai più riassaporato lacrime della stessa sostanza, generate dallo stesso nonsenso. Avevano lo stesso sapore, anzi, erano ancora più amare. Perché al ricordo si è aggiunta l’evidenza che questo è accaduto in un luogo dove lavoro tutti i giorni: una scuola.
Una sedicenne che mi conosce per i libri mi ha scritto da Brindisi: «Io ero lì esattamente 10 minuti dopo la strage perché la mia scuola si trova a venti metri circa dal luogo maledetto. Oggi alle 18 tutti noi Brindisini scenderemo in piazza, ma non basta. Vogliamo che da tutt’Italia giunga il grido di forza di un popolo che si è stancato e che vuole ritrovare se stesso. Vogliamo che si dia appoggio alla gioventù e soprattutto a noi giovani del meridione che abbiamo il sole nel cuore ed il mare che ci palpita nell’anima. E non abbiamo paura». A lei fa eco un’altra ragazza: «Nella mia mente è nato il terrore. In Italia è nato ancora una volta disordine, angoscia, insicurezza. Più di quanto già non ce ne fosse. L’Italia ha perso ancora, siamo deboli. Parlo dal basso dei miei 16 anni, ma credo che ciò valga per ogni singolo giovane, uomo, anziano, che si senta realmente Italiano».
Questa volta a cadere non sono uomini coraggiosi che lottano consapevolmente, ma sono dei sedicenni che prendono un autobus per andare a scuola, quelli che accolgo in classe tutte le mattine e lottano per un’interrogazione, una fidanzata, un po’ di futuro. E li vedo lì ogni mattina, prima che la campanella squilli, a scambiarsi sbadigli, idee, sorrisi, racconti, con una vita tra le mani tanto fragile quanto forte. Quegli zaini, quei libri, quelle scarpe rimarranno immobili, come statue di una memoria pietrificata e tenteranno di pietrificare tutto il resto: sogni, speranze, fiducia. Quegli oggetti muti ci sussurreranno di ritirarci in silenzio fino a convincerci che tutto è inutile, che siamo soli, che lo Stato non riesce a difenderci, che non abbiamo nulla da sperare in un Paese ferito da una politica inefficace, ingorda e debole, preda facile di una malavita dai connotati terroristici o mitomaniaci, che sferra un attacco che non ha precedenti nel nostro Paese.
Portare il sangue in una scuola è un peccato originale in Italia. Non è come le altre stragi.
Abbiamo visto zaini schiacciati da scuole crollate per disastri naturali o incuria umana, ma non abbiamo mai visto zaini innocenti svuotati da una ferocia calcolata. Sono rimasto in classe, fermo, come se quell’aula in cui fare innamorare i ragazzi della verità, del bene, della bellezza e del sacrificio che comportano, fosse diventata un campo minato; e cattedra e banchi una trincea di sangue. Anche lì può arrivare la mano cruenta del terrore, per colpire alla cieca e lasciare, insegnanti e studenti insieme, orfani di un orizzonte che dia senso a quello studio, a quelle discussioni, a quelle parole. Ma che te ne fai di queste cose adesso? Non ci credi quasi più. Tu costruisci giorno dopo giorno e in un attimo tutto viene spazzato via. Quella speranza che a fatica hai seminato e sta germogliando in un filo d’erba viene bruciato dal fuoco di una bomba.
La paura ci fa tremare vene e polsi, ma «chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola» ripeteva Borsellino: sfidare questa paura che pietrifica e ci toglie ogni certezza è la sfida, adesso.
Proprio come i rottami di Capaci, le macerie di via d’Amelio, il sangue sulla piazza di Brancaccio, quegli zaini abbandonati, quei libri macchiati, quelle scarpe svuotate, daranno una scossa a tanti uomini e donne, che non sanno cosa hanno finché non lo perdono. Da quella follia omicida dei primi Anni Novanta nacque una primavera di ribellione e di rinnovamento. E sarà proprio dalla scuola di Brindisi che spero di vedere sorgere una Scuola che le unisca tutte, scaturire la forza di una gioventù che non vorrà più scendere a patti con la noia e il qualunquismo. L’errore più grande è stato colpire una scuola e i giovani. Adesso non potremo più ignorare a che cosa veramente abbiamo rinunciato da troppo tempo: il futuro dei nostri ragazzi. Il terrore non ci paralizzerà, ma darà nuovo slancio ad un eroismo per troppo tempo compresso per affrontare una crisi già in atto da anni e che abbiamo accettato solo quando è diventata economica. Ma la vera crisi è avere abbandonato un Paese alla forza cieca dell’avidità, del potere, del compromesso, del silenzio omertoso, dello sberleffo, della disunione, del cabaret, della raccomandazione, della parola vuota. Questo ci ha indebolito sino a chiudere gli occhi: basteranno tre bombole di gas a risvegliarci?
Il sangue dei martiri è da sempre il seme della rinascita. Lo sapevano bene quei tre uomini che ho visto morire nella mia città. Proprio loro continuano a darmi speranza: Falcone diceva che «la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine» e la ricetta l’aveva proprio il suo collega Paolo Borsellino, le cui parole oggi rimbombano forti e dovrebbero essere pronunciate in ogni scuola alla prima ora di lunedì prossimo: «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo». E proprio di onnipotenza parlava Padre Puglisi, ma quella vera: «La mafia è forte, ma Dio è onnipotente».
Io non so se quella di Brindisi sia una strage mafiosa. Preferirei di no. Quello che so è che tocca proprio a noi, docenti e studenti, a scuola, indossare quelle scarpe svuotate, mettere in spalla quegli zaini abbandonati e leggere quei libri macchiati di sangue. Altrimenti dimenticheremo ancora una volta perché siamo arrivati sin qui e non sapremo rispondere alle domanda che ieri, Mia, sei anni e nipotina di un’amica, le ha posto: «Zia, perché mettono le bombe nelle scuole? Io a scuola non voglio più andare se mettono le bombe, voglio studiare, diventare grande e diventare una dottoressa come te».
Tratto da Prof 2.0

TORNEO DI CALCETTO

20:51 Barbara Antoniel 0 Comments

18/05/2012
Salve ragazzi oggi vi comunico che  l'ambito  
trofeo IRIGEM
è stato vinto dalla 

2 multi  

contro la 1a reti per 2-1



POZZA - CAMPAGNARO - ZECCHINETTI - SCALCO - VOLPATO - GALUAN



La semifinale si è disputata con un derby che ha visto la 
1A RETI contro la 1B RETI
HA VINTO 
la 1A RETI per 6-0

qui sotto trovate le foto.
Per quanto riguarda la ripresa completa della partita 
vi passo il video a scuola, passate parola !!!









  

Ragazzi abbiamo raggiunto i 5000 visitatori!!!

18:37 Barbara Antoniel 0 Comments

18/05/2012

Ragazzi abbiamo raggiunto i 5000 visitatori!!!
Grazie a tutti voi!



Cari visitatori non limitatevi pertanto alla sola lettura dei post ma partecipate alla vita della nostra community
cliccando i sondaggi e commentando i post

la prof. FIOR DI ZUCCHE 2.0

Gli oggetti ora possono levitare nello spazio

17:28 Barbara Antoniel 0 Comments

 17/05/2012

grazie alla scoperta di due geniali olandesi


I visitatori passavano davanti alla lampada sospesa nel vuoto, tagliata in due fette fluttuanti nello spazio, e si fermavano abbacinati. Qualcuno toccava con timore la lampada, altri ritiravano il dito nel timore di prendere chissà quale mortale scossa. Questo accadeva in aprile al Salone del Mobile di Milano, nello stand Matrix. Nei negozi Nike a Miami e Las Vegas, una gigantesca scarpa da basket galleggia immota nello spazio, davanti ai clienti attoniti.
Nessun filo, nessun trucco, nessun inganno: Gerard e Angela Jensen, olandesi geniali di Eindhoven, hanno assistito in diverse occasioni, per niente stupiti, alle reazioni del pubblico di fronte ad una loro recente invenzione: grazie al principio antichissimo dell'attrazione/respingimento magnetico, due dispositivi, applicati a due oggetti , li tengono a distanza costante per aria. 

Letteralmente sospesi nel nulla. I Jensen hanno cioè reso possibile un sogno anche questo molto antico: la levitazione nello spazio. In realtà, a realizzare questo "tecno-miracolo" è un raggio laser che, partendo dal centro della base magnetica, va a colpire il modulo fluttuante che sorregge l'oggetto, mantenendolo sospeso in perfetto equilibrio.

Il "giochetto" costa 500 euro, nemmeno tanto, se si riflette sulle grandi opportunità che può offrire questa innovazione, soprattutto nell'area commerciale, dello spettacolo e anche nell'ambito dell'arredamento. A importarlo, in esclusiva per l'Italia, è un pubblicitario piemontese, Giovan Battista Gaggero, titolare della Bread&Style, specialista in oggetti e tecnologie speciali, un autentico cacciatore di novità hi-tech.


L'azienda olandese dei Jensen, la Crealev, ha messo a punto il modulo magnetico pensando a tutto: funziona elettricamente ma per piccoli oggetti esiste una versione senza fili, a batteria; è possibile graduare l'altezza del livello di fluttuazione nello spazio ed è anche possibile realizzare soluzioni su misura delle esigenze del cliente. Presto arriveranno anche moduli per oggetti pesanti, come un mobile per esempio; i Jensen stanno già pensando a trasferire, su suggerimento del vulcanico Gaggero, l'elettricità tramite il raggio laser.

RIPASSO STORIA: I ROMANI

16:41 Barbara Antoniel 0 Comments

17/05/2012

PER LA 1A E 1B
RIPASSO STORIA: I ROMANI

Salve ragazzi vi allego i video d'approfondimento visualizzati e commentati in classi per il ripasso in vista delle future interrogazioni.
Per Chiara e voi ragazzi ecco qui uno schemino riassuntivo 

1 CESARE
2 OTTAVIANO
3 CLAUDIO
4
5 NERONE
6 VESPASIANO
7
8 TRAIANO
9 ADRIANO
10 CARACALLA

Onore ai maestri: c’è grande bisogno di loro

21:35 Barbara Antoniel 0 Comments

 
Un maestro è colui che, nella cornice di un relazione viva, risveglia in un altro essere umano forze e sogni potenziali e ancora latenti. Egli è chiamato a fare della propria unicità e del proprio intimo coltivarsi (la sua cultura) un dono al discepolo, che altrimenti non desidererà coltivare sé stesso, scoprendo chi è e che storia irripetibile è venuto a raccontare. Il maestro in sostanza è un pro-vocatore: uno che chiama l’altro ad assumere la propria vita come compito, come vocazione. Diventa te stesso, dice in ogni suo gesto e parola. Questo hanno fatto Socrate, Confucio, Cristo, Buddha, questo fanno tanti sconosciuti maestri nelle aule. Ma cosa autorizza un uomo o una donna a fare questo con un altro essere umano?
L’essere umano è un mammifero stranamente in controtendenza rispetto all’evoluzionismo. Invece di tirar fuori zanne e artigli, il cucciolo d’uomo è costretto ad un lunghissimo svezzamento senza il quale non è autosufficiente. Il bambino prima (e l’adolescente dopo) ha bisogno di essere accudito ed educato, altrimenti non sopravvive. Dovranno occuparsene la madre che lo ha generato, che instaura una relazione protettiva, come il grembo in cui lo ha custodito per nove mesi, e il padre che invece ha il compito di spingerlo ad affrontare il mondo aiutandolo a resistere e convivere con le proprie paure. Se un papà lancia in aria il bambino, la mamma impaurita chiederà di metterlo giù. La mamma lo ancora alla madre-terra, allo spazio orizzontale, il padre invece con le sue braccia forti lo lancia verso lo spazio verticale, il futuro: il bambino rimane sospeso, senza fiato, ma sa che le braccia lo aspettano di nuovo. Il padre educa il figlio all’assenza, al silenzio, alla distanza. Gli insegna la pazienza e l’attesa, mentre la madre è in contatto fisico diretto e accogliente, lo protegge dall’esterno. Abbiamo imparato ad andare in bicicletta con i nostri padri. Rimanevano distanti e ci dicevano: “Ora vai, non aver paura. Se succede qualcosa io sono qui”. La nostra mamma sarebbe invece salita sulla bici al posto nostro e ci avrebbe detto “tu stai seduto là, mangia la merenda e guarda”.
Gli insegnanti sono chiamati ad una sintesi dei due ruoli genitoriali, paterno e materno. Proteggere e sfidare, contenere e lanciare, con sapiente gradualità e studente per studente. Non tutti i docenti riescono in questo difficile compito, continuamente da riaffermare; può allora supplire l’equilibrio tra il numero di figure maschili e quello di figure femminili presenti in un consiglio di classe. Ma questo nella scuola italiana di oggi è quasi impossibile.
La prevalenza di figure femminili è un dato di fatto che ha radici semplici: quale padre può mantenere oggi una famiglia facendo l’insegnante? L’insegnamento è un mestiere di appoggio, possibile solo per chi può permetterselo in termini di impegno di ore e di stipendio. Dobbiamo forse introdurre delle quote azzurre nella scuola o basterebbe migliorare le condizioni economiche di un docente?
Questa situazione si riflette (o è il riflesso) di una prassi familiare. Sono rari i casi in cui ai colloqui con i docenti si presentano i papà, rarissimi quelli in cui ai colloqui sono presenti entrambi i genitori. Come mai? Forse l’educazione è affare di uno solo? O affare solo delle mamme?
L’assenza o marginalità dello stile maschile nell’educazione familiare e scolare non è privo di conseguenze. Le scorgo nei miei studenti: insicuri e fragili, perché a volte privi o privati della autostima che un adolescente interiorizza grazie soprattutto alla figura paterna. Per una ragazza di 14-15 anni l’uomo più importante è suo padre, non certo il fidanzato. Diventano vittime della loro emotività elevata a sistema di valutazione del reale, poco educati come sono alla tenuta, al dolore, al silenzio, alla frustrazione in vista di un obiettivo ancora lontano.
Freud ha chiarito una volta per tutte che il padre è colui che pone il limite, mentre la madre eliminerebbe ogni ostacolo sul cammino del figlio. Il padre insegna che la vita va resa sacra (sacrificata) per qualcosa o qualcuno, mentre per la madre è la vita stessa del figlio ad essere sacra. La madre dà la vita, il padre invece ricorda che c’è la morte: quindi la vita va spesa per qualcosa. Sono necessari entrambi per l’equilibrio della donna e dell’uomo in formazione.
“Questo è il dovere di un padre: abituare il figlio a comportarsi bene da sé, e non per timore degli altri. La differenza tra un padre e un padrone sta qui. Chi non ne è capace, confessi che non sa farsi obbedire dai figli”. Proprio in questi giorni sto lavorando con i miei studenti su I fratelli di Terenzio, da cui sono tratte queste parole e dalla quali (insieme ad una collega) partiremo per un approfondimento sui sistemi educativi antichi e moderni, passando per l’epocale “We don’t need no education” dei Pink Floyd. Dopo più di 30 anni da quell’urlo liberatorio, ci rendiamo conto che abbiamo sempre più bisogno di “education”, per primi gli adulti con compiti di guida e di potere, spesso troppo impegnati a perseguire il bene particolare e il profitto, per fare onore ai maestri, che hanno in custodia le donne e gli uomini del futuro, il vero bene comune di un Paese.

Falsa laurea, via l'ad di Yahoo!

19:13 Barbara Antoniel 0 Comments

 14/05/2012

Imbarazzo della società: "Lascia per motivi personali"

Scott Thompson, ex ad di Yahoo!L'amministratore delegato di Yahoo!, Scott Thompson, si è dimesso, travolto dallo scandalo della falsa laurea in informatica che aveva millantato nel suo curriculum. Al suo posto avrà l'incarico ad interim Ross Levinson.

Washington, 13-05-2012
La societa', tra mille imbarazzi, sosterra' che Thompson lascia per "motivi personali". Da quando lo scorso mese vennero sollevati i primi dubbi sul curriculum di Thompson il consiglio di amministrazione di Yahoo! aveva formato una commissione speciale per verificare i titoli accademici del suo Ad.
La compagnia si e' limitata a riconoscere un "errore involontario" nella biografia online di Thompson, che "erroneamente" aveva indicato di avere un laurea in informatica.
Thompson sara' sostituto da Ross Levinsohn, numero uno della divisione global media di Yahoo!. 
Da Rainews24.it

Yahoo! al bivio. E non per una laurea finta

19:05 Barbara Antoniel 0 Comments

 14/05/2012

Cessione dei gioielli del patrimonio, a cominciare dalle quote in Alibaba, per rilanciare su ricerca e social network. Potrebbe essere questo il futuro prossimo del motore di ricerca californiano

Yahoo!, Sunnyvale, California

San Francisco, 14-05-2012
Yahoo!,  Sunnyvale, California
E' una panchina che scotta, quella di Yahoo!
Questa volta a lasciare è Scott Thompson: nel suo curriculum c'era una laurea in computer science mai presa e il wall street journal ha rivelato che il manager da tempo aveva avvertito il consiglio di amministrazione di avere un tumore. Ma Cnet si chiede, alla luce del nuovo tumultuoso cambio ai vertici - se ne vanno altri 5 super dirigenti - se la guida di questa azienda non sia una missione impossibile. Molti analisti vedono nella cacciata di Thompson un ennesimo scossone alla credibilità di Yahoo!, che ora deve dimostrare in fretta ai propri investitori di avere idee chiare per competere con giganti come google o facebook, con cui è in corso fra l'altro un braccio di ferro sui brevetti.
Lo scorso settembre era stata detronizzata Carol Bartz: una telefonata e via,
Thompson pareva l'uomo della svolta: tagliati 50 progetti e 2mila posti di lavoro. Ora ci proverà Ross Levinsohn. Qualcuno gli suggerisce di vendere le un po' della partecipazione nel gigante cinese del web alibaba per rimettere in carreggiata i numeri di yahoo! e chiudere con accordo extragiudiziale la battaglia legale con Fb.
Ma la vera questione agli occhi degli investitori, per un motore di ricerca che ogni mese viene impiegato da 700 milioni di persone e nell'ultimo trimestre ha venduto spazi pubblicitari per 1 miliardo di dollari, è ritrovare un'identità che offra nuove prospettive di crescita, magari attraverso l'acquisizione di start up di successo nella galassia dei social network, come già avvenuto con Flikr.
Da rainews24.it

n Italia 11 nuove infezioni Hiv al giorno

19:57 Barbara Antoniel 1 Comments

 09/05/2012

Un sieropositivo su 4 non sa di esserlo

In Italia 11 nuove infezioni Hiv al giorno

Il 2-3% della popolazione italiana è venuto a contatto con il virus e circa un milione e 700 mila ne sono portatori cronici.
Sul pianeta 7.400 infettate al giorno

Roma, 08-05-2012
Sul pianeta 7.400  infettate al giornoIn Italia si stima che siano circa 180 mila le persone con Hiv e circa 40 mila quelle con Aids. Ma nel nostro Paese un sieropositivo su 4 non sa di esserlo. Le nuove infezioni in un anno sono circa quattromila, 11 ogni giorno e in molti casi l'infezione si lega a quella da Hcv.

Sono i numeri evidenziati oggi a Roma in occasione di un convegno all'Istituto superiore di sanità dal titolo 'Hiv & Hcv: due storie parallele. Le sfide future'. Una persona su 180 nel mondo convive con l'Hiv: in tutto 34 milioni. E' come se ne fosse colpita tutta la popolazione del Canada.

Sul pianeta 7.400 persone al giorno vengono infettate dal virus, di cui mille bambini. Ogni 30 secondi si verifica una morte Aids. Quanto all'Hcv, una persona su 40 nel mondo convive con l'infezione cronica.

Il 2-3% della popolazione italiana è venuto a contatto con il virus e circa un milione e 700 mila ne sono portatori cronici. Ogni anno si verificano circa mille nuovi casi di epatite C. Secondo l'Oms, l'epatite C causa il maggior numero di decessi tra le malattie infettive trasmissibili ed è la prima causa di trapianto di fegato al mondo.

Circa il 30% delle persone con Hiv ha contratto anche il virus dell'epatite C. Ma la percentuale può salire fino al 90% se consideriamo gli emofilici, che necessitano di frequenti trasfusioni, o i tossicodipendenti, che usano droghe iniettive. La coinfezione puo' avvenire grazie al fatto che i due virus hanno vie simili di trasmissione. E nelle persone sieropositive il danno epatico progredisce più rapidamente, tanto che l'epatite C è diventata una delle principali cause di ospedalizzazione nei pazienti sieropositivi. Sebbene, quindi, le terapie antiretrovirali abbiano diminuito la mortalità da Hiv/Aids, i dati dimostrano che nel mondo un decesso su 7 in pazienti sieropositivi è causato dalla malattia epatica.
Tratto da Rainews24.it

Twitter, violate migliaia di password

19:50 Barbara Antoniel 0 Comments

09/05/2012


L'azienda consiglia ai suoi utenti di cambiare password. 
I nick e le parole d'ordine pubblicate sul sito di condivisione Pastebin.com


Social networkN ew York, 09-05-2012
Decine di migliaia di password di Twitter sono state pubblicate in rete sul sito di condivisione di dossier Pastebin.com. Le informazioni riguardano circa 35.000 clienti, riconosce con un messaggio online sul proprio servizio il sito internet di microblog Twitter, che ha avviato un'indagine.

"Stiamo valutando la situazione e abbiamo già inviato dei messaggi per reimpostare le password agli account che sarebbero stati colpiti", aggiunge Twitter. correndo la lista, sembra che ad essere colpiti siano soprattutto utenti brasiliani o di madrelingua inglese.

Ma potrebbe esserci di tutto. "Stiamo studiando la situazione - spiegano ancora da Twitter - e abbiamo inviato messaggi di reimpostazione della password a tutti gli utenti che crediamo possano essere stati colpiti".

tratto da Rainews

Schema riassuntivo ODISSEA - ENEIDE

13:22 Barbara Antoniel 0 Comments

05/05/2012

MATERIALE D'APPROFONDIMENTO E RIPASSO PER LA VERIFICA D'ITALIANO: 

ODISSEA ENEIDE

(cliccare sopra il link)

Allego per ragazzi di 1A RETI E e 1B RETI il video riassuntivo dell'Odissea analizzato e visto in classe

SuperQuark - Odissea 1

SuperQuark - Odissea 1
ripassate inoltre anche l'Eneide con questo video
ILIADE
 ODISSEA

TORNEO CALCETTO IRIGEM

11:30 Barbara Antoniel 0 Comments

05/05/2012

Salve ragazzi oggi sono iniziate le selezioni per l'ambito trofeo IRIGEM! 
LE SQUADRE INTERESSATE A LIVELLO AGONISTICO SONO STATE :
  
 1A RETI - RIZZON - TELATIN - BECCARO - MOMEKOV - GIURIATI - SABBADIN 

contro la
2B RETI - MENEGHETTI - MENGATO - BORDIGNON - RAIMONDO - GUIDOLIN - BATTOCCHIO - CRESTANI
ha vito: 1A RETI per 7 a 6

1B RETI - MALERBA - BABOLIN - FEISSAL - PORUMB - BAGGETTO - OFOSU 
 SALVADORI 

contro la
1MULTI - PAROLIN - ROCCO - REBESCO - ANASTASIO - SEBEN - DALLA ZANNA

ha vito: 1B RETI per 6 a 4



ROSA' 04/05/2012 - TORNEO DI CALCETTO - 1A RETI  contro 2B RETI


ROSA' 04/05/2012 - TORNEO DI CALCETTO - 1B RETI  contro 1 MULTIl



ROSA' 04/05/2012 - TORNEO DI CALCETTO - 1B RETI  contro 1 MULTIl


ROSA' 04/05/2012 - TORNEO DI CALCETTO - 1B RETI  contro 1 MULTIl