Come eravamo.

14:19 Barbara Antoniel 0 Comments

  05/02/2012

Salve ragazzi, siamo finalmente nel 2012. Abbiamo da poco iniziato il nuovo anno con la speranza, per qualche ragione oscura, di avere un altra possibilità di fare meglio dell’anno prima.
Io sono una di quelle che amano le classifiche, sarà una scintilla competitiva di cui non sono pienamente consapevole e a fine anno mi piace guardare indietro e vedere cosa è stato fatto, cosa fare e cosa migliorare. Con questo spirito vi propongo un “come eravamo” d’autore, guardando indietro a com’erano appena nati i siti che usiamo giornalmente. Molti di voi magari non hanno nemmeno idea di come siano cambiati nel giro di pochi anni e guardando un po’ indietro possono capire meglio dove sono arrivati…. intendo i siti…

YouTube studia la rivoluzione dei canali tematici.

20:54 Barbara Antoniel 0 Comments


Fine delle star amatoriali? Su Nova24 di domenica


  

 

In questo articolo

Sono finiti i tempi delle YouTube star fatte in casa. Il sito di condivisione di video più grande del mondo nei prossimi mesi cambierà tutto puntando con decisione al modello della tv americana via cavo: canali tematici premium (a pagamento) , contenuti originali e qualità. Salar Kamangar ceo di YouTube un paio di giorni fa ha chiarito il suo pensiero sulla mutazione che sta investendo la piattaforma video di Google: ricavi da abbonamenti e pubblicità (in equal percentuale) e investimenti per contenuti originali. Con 100 milioni di dollari intende finanziare direttamente un centinaio di canali premium che vedranno la luce (alcuni sono già online) molto probabilmente già a partire dai prossimi mesi. I tempi sono maturi. Le smart tv hanno cominciato a mettere ordine nella offerta di app, video e widget su piccolo schermo. E poi a breve c'è il debutto delle Google tv.
L'impressione è che la cosiddetta user content generation non sarà più al centro dell'offerta di Youtube. In qualche modo stiamo andando incontro a un palinsesto tematico più definito rispetto al passato. Per dirla in altro modo dilettanti allo sbaraglio, animali buffi, neonati ridanciani e presentatori improbabili faranno più fatica ad emergere. Paradossalmente la User content generation che ha fatto la fortuna di Youtube è quella che potrebbe pagare il prezzo più alto. Eppure, è proprio tra i contenuti free che si individua talento e creatività. Performance, webseries, "how to", recensioni (e videosoluzioni) di videogichi, monologhi e video sperimentali sono generi il cui sottotesto si è nativamente adattato al linguaggio del video digitale. Gli esperimenti dei Maker Studios , il canale Machinima che ospita storie animate realizzate con il motore grafico dei videogame, gli how to di Michelle Phan sono prodotti lontani anni luce dalle primitive espressioni della user content generation. In questi video di dilettante o amatoriale c'è ben poco. Come inquadrare i monologhi di Ryan alias NigaHiga ?
O le perrformance di MysteryGuitarMan ?
In Italia è nata una interessantissima generazione di fiction digitali. Facce da scuola e Lost in Google sono due ottimi punti di partenza per scoprire questo mondo. Ma al di là della scatola di contenuto all'interno della quale inserire queste "opere" audiovisive resta il tema centrale della sostenibilità economica. Un canale tematico dedicato per esempio ai viaggio può generare attraverso la pubblicità ricavi non superiori a 3-4 dollari ogni mille contatti. Un milione di view possono fruttare al massimo due- tremila euro.
Campare solo con il canale Youtube e la pubblicità è praticamente impossibile. Quantomeno per un dilettante. Lo ha capito subito Fred. Chi se lo ricorda? L'adolescente con la voce di Paperino eletto nel 2005 Youtube star. Da allora si è dato da fare come un matto. Ha raggiunto due milioni e rotti di iscritti. Si è lanciato nei cartoni animati, spot e video musicale. Il suo film uscito nelle sale cinematografiche solo in Inghilterra ha raccolto un milione di sterline. Non male per una star locale. Ogni anno poi c'è un Fred nuovo su Youtube. Quest'anno è il turno di Rebecca Black, prima nella classifica dei video più visti.

 Quella di Rebecca è una storia strana. La cantante balza agli onori della cronaca grazie al singolo Friday pubblicato dall'etichetta discografica ARK Music Factory. La critica lo giudica "la canzone peggiore della storia". Su YouTube invece spopola ma in negativo perché la maggioranza delle persone clicca il video esprimendo il proprio disappunto (pollice giù). Scorrendo la classifica troviamo cani che parlano, le bimbe che imitano rockstar, spot fortunati e gattini teneroni. Il solito bestiario da user content generation. Che evidentemente, contro ogni logica commerciale, continua a piacere. Per le aspiranti YouTube star c'è un futuro.




Marchiori: «Vi racconto il mio Google».

20:41 Barbara Antoniel 0 Comments

Su Nòva24 la prova in anteprima di Volunia


Marchiori: «Vi racconto il mio Google» 
Marchiori: «Vi racconto il mio Google»
Dopo aver scritto l'algoritmo di Google, Massimo Marchiori è pronto a scrivere una nuova pagina nella storia del web. Il matematico padovano che nel 1997 regalò a Larry Page l'idea da cui è nato il motore di ricerca più utilizzato al mondo, per poi tornare in Italia a «fare ricerca», lunedì presenterà in diretta streaming mondiale Volunia.com, il motore di ricerca di terza generazione sviluppato studiando l'interazione delle persone con le informazioni online». E lo farà con una conferenza dalla sua Università di Padova.
Domenica la prova su Nòva24. Il progetto è top secret. Marchiori non ha mai abbandonato l'idea di inventare Google per la seconda volta. E per anni ha lavorato sodo, nella massima segretezza. Domenica la redazione di Nòva24 - che ha potuto testare in anteprima Volunia - dedicherà un ampio servizio per illustrare le innovazioni che caratterizzano il progetto.
Anche Google in attesa. L'annuncio ha attirato anche gli ingegneri del quartier generale di Google. Molti di loro si sono iscritti per partecipare al test che inizierà lunedì. «Mi hanno riferito che in Google c'è molta attesa - conferma Marchiori, che non ha mai perso contatto con l'azienda di Mountain View -. Quello che li rende nervosi è la totale segretezza che siamo riusciti a mantenere sul progetto».
Diventa un beta-tester. Tutti coloro che sono curiosi di provare il nuovo motore di ricerca, possono partecipare al test che partirà lunedì 6 febbraio. Per farlo è necessario pre-registrarsi su www.volunia.com: lo staff di Volunia selezionerà i "power user", offrendo loro la possibilità di accedere al nuovo servizio web in anteprima rispetto al lancio pubblico mondiale.
Un progetto internazionale. Volunia è stato pensato «in grande». Al momento del lancio sarà disponibili in 12 lingue, per essere utilizzato fin da subito in tutto il mondo. Non solo. Anche la fase di test è stata organizzata per non lasciare nulla al caso: i primi utenti avranno a disposizione un canale di feedback diretto con il team di Volunia, riceveranno in anteprima le informazioni sui passi successivi dell'applicazione e avranno la possibilità di invitare i propri amici a diventare Power User.
Un motore «tutto italiano». Ancor prima di nascere, Volunia ha già quattro anni. L'idea infatti è nata nel 2007, dall'incontro di due persone: Massimo Marchiori e Mariano Pireddu, che vanta una ventennale esperienza nel mercato delle telecomunicazioni e di Internet. L'imprenditore sardo ha investito milioni di euro nel progetto, che grazie all'assenza di capitali esteri può vantare un dna «tutto italiano». Marchiori ha scelto i suoi studenti migliori dell'università di Padova per realizzare l'idea. I server che ospiteranno Volunia sono prodotti da una società italiana - che fornisce il Cern di Ginevra - e ospitato dai data centre di Tiscali, in Sardegna.
Un investimento milionario. «Fino ad oggi l'investimento è stato di 2 milioni di euro - spiega Pireddu -. Il team di ricerca e manutenzione dell'infrastruttura è interamente italiano, così come italiano sono i nostri partner tecnologici.
«Lunedì . continua Pireddu - inizieremo la fase beta e daremo accesso a una parte degli utenti registrati. Chiaramente gli utenti che non sono ancora registrati hanno la possibilità di farlo su www.volunia.com».
Per non perdere i contatti con l'America, è stato stretto un accordo con una società Usa, che farà da "ponte" per velocizzare i risultati delle ricerche lanciate dagli utenti statunitensi.

L'amministrazione Obama vuole i libri scolastici trasferiti al digitale entro 5 anni

17:53 Barbara Antoniel 0 Comments


Pubblicato da Francesco L.

L’amministrazione Obama ha proclamato l’obiettivo ambizioso di migrare tutti i libri di testo degli studenti al formato digitale entro il 2017. Sarà solo il clima da promesse elettorali?
Il piano è difficile da portare a termine in soli 5 anni. Di sicuro tutti sappiamo quanto i libri di testo cartacei siano pesanti per bambini e ragazzi, a maggior ragione per gli italiani che tradizionalmente se li sono sempre dovuti portare a casa, non avendo neppure i pratici armadietti che si vedono nelle high school dei telefilm americani. Al problema del peso si somma anche quello della rapidità con cui le edizioni si susseguono, non senza malizia da parte degli editori che sono perennemente interessati a spennare un pubblico indifeso.
Obama e i suoi sono stati piuttosto aperti nel descrivere la loro intenzione di cambiare pagina, esprimendosi in tal senso già nella conferenza sullo Stato dell’Unione l’anno scorso. Da allora è stato anche diffuso un pamphlet intitolato Digital Textbook Playbook, che esamina i benefici del piano di digitalizzazione ed i suoi costi (come ad esempio la creazione di una struttura broadband per tutte le strutture scolastiche). Secondo gli esperti, i libri digitali renderebbero gli studenti capaci di imparare più in fretta, e di approfondire gli argomenti con un tocco, di fatto di rivoluzionare il modo di intendere l’apprendimento.
Ci sarebbe certamente da decidere se affidare i dati ad un immagazzinamento locale oppure propendere per il cloud, ma per il resto le infrastrutture dovrebbero essere di facile realizzazione - Anche se i costi iniziali si preannunciano come veramente elevati. Sul lungo termine, invece, l’approccio dovrebbe far risparmiare circa $600 a studente, non senza approfittare degli apparecchi che i ragazzi ed i loro genitori già possiedono, anche se si pianifica di fornire i mezzi tecnologici necessari a scuole e famiglie.

L'archeologia software dipende dalla pirateria

17:50 Barbara Antoniel 0 Comments


Pubblicato: venerdì 03 febbraio 2012 da Francesco L.
floppy drive
Potrebbe sembrare strano preoccuparsene, ma alla fin fine per qualcuno, probabilmente fra molti e molti anni da adesso, sarà molto importante capire come l’era del personal computing si è evoluta. Questi pronipoti, archeologi o appassionati che siano, vorranno certamente esplorare i migliaia e migliaia di software che giravano su vecchi computer come Commodore 64, Apple II, Amiga e PC 8086. Per uno scherzo del destino, se tutti avessero sempre rispettato la legge questa folta gamma di programmi sarebbe già dovuta scomparire in una nuvoletta di tristi byte corrotti.
Come dice un interessante articolo di Benj Edwards, tutti quei software obsoleti sono stati registrati su supporto magnetico, come nastri, cassette, floppy, un genere di media estremamente delicato e che nelle condizioni ideali comunque non sopravvive per più di 30 anni - Molto meno in qualsiasi ambiente “normale”.
Chiunque sia vissuto nell’era del floppy, a dire il vero, avrà fronteggiato dischi danneggiati e malfunzionanti, un problema che continua a verificarsi sui moderni HDD, gli ultimi discendenti della categoria. Ne consegue logicamente che quei floppy che forse avete a prendere polvere cantina a questo punto sono già “morti”, il loro contenuto perso per sempre.

"The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore"

12:39 Barbara Antoniel 0 Comments

 di William Joyce è candidato agli Oscar 2012


Salve  ragazzi vi consiglio di guardare questo video che è anche un libro interattivo per iPad realizzato da William Joyce, mente dei Moonbot Studios, illustratore, animatore e character designer per la Pixar. La novità è che il cortometraggio dell’applicazione, che sfrutta tecniche diverse (miniature, animazione tradizionale e digitale) in quindici minuti di puro talento, è candidato all’edizione 2012 degli Oscar.
La buona notizia è che questa splendida storia di devozione e amore per i libri, ispirata tanto alla tragedia dell’uragano Katrina, ai film di Buster Keaton e al “Mago di Oz” è disponibile interamente in streaming. Prima che qualcuno cambi idea o che la commissione del festival decida di ritirarlo, godetevi questo piccolo, incredibile capolavoro.