LIM open source
WiildOs porta la
LIM open source nelle scuole italiane
di Lorenzo MannellaLa scuola del futuro è fatta di tante cose. Oltre alla sicurezza edilizia e al rinnovo dei programmi di studio, un ruolo importante lo giocano anche le nuove tecnologie. Negli ultimi anni si è parlato molto di scuola digitale ed esempi di innovazione che possono cambiare le classi in giro per l’Italia.
Uno di questi è WiildOs, il software open source per lavagna interattiva multimediale (LIM) che utilizza un proiettore, una penna a infrarossi e il controller della console Wii. Nato nel gennaio 2011, il progetto è stato sviluppato grazie al contributo di un gruppo di programmatori, docenti, collaboratori accademici e al supporto del Laboratorio Innovazione Tecnologica Supporto Apprendimento (LITSA) dell’Università di Trento.
Dietro all’iniziativa c’è una buona dose di spirito maker: il software WiildOs mette a disposizione delle scuole una piattaforma completa per gestire una LIM, compresi i consigli pratici per installare l’hardware necessario a far funzionare la nuova lavagna. Il progetto è già sbarcato in diverse scuole, ed è in continuo aggiornamento da parte della community di sviluppatori.
Ricapitolando, tutto quello che serve per fare funzionare WiildOs è un computer con Bluetooth, un proiettore, un WiiMote, una penna a infrarossi, una superficie di proiezione e un sistema operativo Ubuntu. Nel caso sui computer scolastici fosse installato solo Windows, il suggerimento è quello di creare almeno una partizione con Ubuntu.
La scelta di puntare tutto su sistemi operativi open source non è affatto casuale – Ubuntu ha i suoi vantaggi e interesserebbe molto anche al governo cinese. Sul sito di WiildOs si legge infatti che:
L’assunto di partenza è che la scuola e gli ambienti di formazioni sono il luogo principe di costruzione della cultura del domani. Data la ristrettezza economica e gli enormi sprechi economici nel mondo della scuola, crediamo che l’unica via percorribile sia la creazione di programmi open source creati in maniera collaborativa e a disposizione di tutti.Passo dopo passo, la rivoluzione digitale arriverà in tutte le scuole. Come ha detto Dianora Bardi, del centro studi Impara Digitale, a Il Sole 24 Ore: “Noi siamo stati i primi a portare l’iPad in classe e sogniamo una cloud school, una scuola che si collega in rete dove docenti e studenti interagiscono, collaborano, elaborano i propri ebook e li condividono, aprendo le pareti delle classi”.
Sappiamo che una scuola più innovativa è possibile, e idee come WiildOs ce lo dimostrano tutti i giorni. Abbiamo gli strumenti giusti per cambiare le cose, e il bello è che le classi di domani le possiamo costruire in open source.