FLIPPED CLASSROOM

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LA MIA ESPERIENZA 

Webquest con Edpuzzle

il tool per trasformare i video in lezioni


1. Introduzione

Una delle difficoltà maggiori che un docente dei nostri giorni si trova ad affrontare è quella di attrarre l’attenzione degli studenti, tenendola viva per tutta la lezione. Le distrazioni e gli stimoli extra scolastici sono innumerevoli e tutti molto interessanti. Un’ulteriore difficoltà risiede nella disomogeneità delle classi che, dal punto di vista del rendimento, sono spesso divise in due se non tre fasce: concentrandosi sugli studenti appartenenti alla fascia più debole, si rischia di annoiare e perdere l’attenzione di quelli più bravi e viceversa concentrando l’attenzione su questi ultimi si rischia di perdere parti importanti della classe.
L’immagine rappresentata in figura 1 indica quanto questo problema sia molto antico.

Lezione di filosofia

Figura 1. Lezione di Filosofia.



Un docente moderno, a mio parere, dovrebbe, anche attraverso l’utilizzo di nuove metodologie didattiche, tentare di affrontare quelle che sono le criticità della scuola dei nostri giorni. Le nuove metodologie didattiche affiancate e non in contrapposizione, come vorrebbero in molti, a quelle tradizionali possono portare a risultati insperati nell’educazione delle generazioni future.
La metodologia flipped learning ha attirato la mia attenzione dopo aver letto delle esperienze e dei risultati ottenuti da due docenti universitari dell’Università di Padova – e, in particolare, dal prof. G. Tormen che insegna Fisica alla Facoltà di Ingegneria – che hanno rappresentato un’ispirazione ed una guida per l’esperienza descritta in queste pagine.
Mi sono chiesto se questa metodologia che all’università aveva dato buoni risultati non potesse essere di aiuto anche nella didattica nella scuola superiore italiana.

Il primo esperimento di flipped classroom documentato venne messo in atto da due insegnanti statunitensi nell’anno scolastico 2007-08: due insegnati di chimica americani, Bergmann e Sams, hanno avuto una felice intuizione cui hanno dato il nome di Flipped Classroom, grazie alla quale è possibile attuare tutta una serie di strategie didattiche riconducibili all’active learning: dal comparative learning alpeer tutoring, dall’inquiry based laerning al problem solving [1]. Citando Cecchinato, pioniere della Flipped Classroom in Italia, “la Flipped Classroom non è una nuova tecnologia, un gadget di qualche creativa azienda hi-tech, un’innovazione che viene spinta a forza a scuola, è invece una proposta pedagogica che emerge dalla comunità dei docenti stessi, in particolare dai docenti della scuola che operano negli Stati Uniti” [2] e “le esperienze didattiche che si ispirano a questo modello si stanno diffondendo dal basso e in modo virale attraverso i canali sociali di Internet”[3].

La Flipped Classroom, letteralmente classe invertita, in prima analisi prevede di invertire i momenti classici dell’attività didattica: la lezione frontale e lo studio individuale. La trasmissione dei contenuti disciplinari viene spostata a casa mediante lezioni on-line, mentre “i compiti”, lo studio come riflessione e rielaborazione, lo svolgimento di esercizi e problemi si eseguono in classe sotto la guida dell’insegnante.

Seguendo un corso di formazione on-line sulla Flipped Classroom [4] mi è stata posta la domanda: “perché invertire la classe?” e queste sono le risposte che ho trovato.
Il mio punto di partenza, e credo anche quello di molti miei colleghi, è che in genere si insegna al gruppo medio degli alunni, poi ci sono quelli che assolutamente non riescono a seguire e quelli che inevitabilmente si annoiano, perché sono ad un livello più alto. Il 90% del tempo classe viene speso per presentare contenuti e ripeterli, mentre soltanto il 10% è dedicato alla riflessione, alla rielaborazione, all’applicazione. 



Figura 1. Il metodo tradizionale e la Flipped Classroom a confronto in relazione alla tassonomia di Bloom 

Con la Flipped Classroom si libera il tempo classe dai contenuti e lo si dedica completamente a lavori di gruppo in cui i ragazzi applicano i concetti appresi mentre l’insegnate, non più in cattedra, ha tempo di lavorare con ciascun gruppo, o anche individualmente a seconda dei bisogni, diventando accompagnatore, facilitatore dei processi di apprendimento. In Figura 1 ho schematizzato i due metodi per metterli in relazione con la tassonomia di Bloom ed evidenziare, anche a livello pedagogico, quale sia l’enorme vantaggio della Flipped Classroom. 
Con il metodo tradizionale gli alunni devono mettere in gioco le abilità cognitive più elevate (applicare, analizzare, valutare, creare) quando sono a casa, da soli; mentre in aula sono richieste quelle più basse (ricordare, comprendere). Con la Flipped Classroom accade esattamente il contrario, con il valore aggiunto che in classe gli studenti hanno l’aiuto dell’insegnate.
Un altro aspetto per cui vale la pena invertire la classe è che con questa metodologia l’attenzione è centrata sugli studenti che vengono messi di fronte alla responsabilità del loro apprendimento. Sono responsabili di vedere le video-lezioni a casa, di prendere appunti (possono farlo senza problemi perché il video si può fermare, far ripartire e rivedere all’infinito), di fare domande inerenti gli argomenti trattati. Sono responsabili di fare buon uso dell’insegnate che è in classe a loro disposizione, per aiutarli. E’ evidente che non si può costringere nessuno ad imparare, ognuno deve accettare questa responsabilità da solo, tuttavia la Flipped Classroom mette lo studente alle strette, eliminando molti alibi.
Il metodo consente di seguire la lezione secondo i propri tempi e soprattutto in ogni luogo (basta uno smartphone): uno straordinario strumento per tutti i tipi di bisogni educativi. Un altro grande beneficio è che aumenta l’interazione sia tra studenti sia tra studenti ed insegnante. Gli studenti collaborano e si aiutano vicendevolmente e una volta compreso che l’insegnate è una guida al loro apprendimento e la usano, attuano l’essenza della Flipped Classroom. Il metodo consente una reale differenziazione perché l’insegnate usa la maggior parte del suo tempo aiutando ciascuno secondo i bisogni; supera il problema dell’assenza dell’alunno perché le lezioni sono on-line, ma anche quella dell’insegnate perché i ragazzi possono vedere la lezione in classe con il supplente. Infine, nell’ottica della trasparenza e della valutazione del lavoro dell’insegnate, di cui c’è un disperato bisogno, la Flipped Classroom apre le porte della classe ai genitori degli alunni iscritti e di quelli che stanno decidendo di farlo, ai colleghi per un proficuo scambio di idee e per la reciproca crescita professionale, al dirigente scolastico per un costante controllo, alla società in generale perché si recuperi la fiducia nell’istituzione scolastica.

2. Esposizione della sperimentazione attuata

Contestualizzazione

Ho sperimentato la Flipped Classroom nella classe IIB reti (cfp settore tecnologico informatico) per l’insegnamento di italiano, storia e geografia.

Gli alunni cui ho presentato il progetto che avevo intenzione di attuare hanno reagito in modi diversi, riconducibili a tre categorie: quelli disposti a mettersi in gioco, quelli indifferenti e quelli contrari a prescindere. 

Per questioni di tempo, il giorno della presentazione della programmazione didattica non sono riuscita a parlare della sperimentazione della Flipped Classroom anche alle famiglie di questa classe e non mi sono preoccupata di convocarle in un secondo momento, ritenendo sufficiente l’aver parlato con i ragazzi. 
Con il senno di poi ritengo che questo sia stato un grave errore da parte mia e sarà bene non ripeterlo negli anni a venire.

Come suggerito da molti formatori, potrebbe essere utile inviare a casa una lettera di presentazione della metodologia didattica, in modo da informare e coinvolgere tutti.
Dal punto di vista delle relazioni con gli studenti ho vissuto una duplice esperienza: è stato gratificante veder crescere nella maggior parte di essi stima e fiducia non solo nei miei confronti, ma anche in loro stessi; di contro è stato frustrante non essere riuscita a far breccia in quelli che, fino alla fine dell’anno, si sono mostrati indifferenti, impermeabili a qualunque proposta, sollecitazione o risultato.


3. La mia metodologia flipped utilizzata in questa UdA
lezioni a casa e compiti/attività laboratoriali a scuola.
La mia lezione di italiano qui presentata in modalità flipped, per gli studenti di 2b reti informatica, si svolge nel modo seguente:
  • Introduco l’argomento in un post sul mio sito web (http://fiordizucche.blogspot.it/), con i link ai materiali didattici online che i ragazzi dovranno utilizzare per studiare la lezione.
  • Il tradizionale libro di testo è quindi sostituito da lezioni multimediali interattive realizzate con l’applicazione Webquest con Edpuzzle e pubblicata sul sito.
  • A casa gli studenti guardano un video di 10/15 minuti e rispondono ad alcune domande di comprensione; oppure leggono un testo e svolgono alcuni brevi esercizi; in alternativa, ascoltano un podcast, ripassano quanto studiato con una mappa concettuale e poi si esercitano con un quiz.

Un esempio di lezione creato per i miei ragazzi -  lezione di Letteratura:

Fig.2 Esempio di lezione multimediale.


  • Il giorno dopo, in classe, i ragazzi discutono su quanto appreso a casa.

Figura 3 – Brainstorming.
  • Se ci sono dubbi su quanto studiato gli alunni pongono domande e ottengono chiarimenti. Vengono effettuate le interrogazioni formative, con domande relative alla video lezione guardata a casa e conversazioni alla lavagna. I ragazzi che non hanno studiato la lezione a casa seguono comunque il dibattito o in alternativa guardano la video-lezione sul proprio device e poi fanno un quiz.
  • Dopo alcune lezioni, si organizzano attività collaborative (pair o group-work) finalizzate alla realizzazione di progetti multimediali (ebooks e digital magazines, timelines, digital posters, multimedia presentations)
  • Una volta realizzati, i progetti multimediali vengono presentati  dagli studenti al resto della classe, da me valutati (interrogazioni sommative), raccolti in un e-portfolio e infine pubblicati sul sito.

Figura 4 – Attività laboratoriali, presentazione alle classe.

Figura 5 – E-portfolio.


4. Osservazioni finali e risultati


Questo cammino lungo un primo tratto di sperimentazione non ha termine qui. In occasione delle riunioni dell'anno scolastico 2015/2016 spero di poter allargare l'esperienza della FLIPPED CLASSEROOM anche ai miei colleghi creando all'interno della scuola la settimana della classe capovolta. 
La metodologia didattica che ho scelto di sperimentare è complessa e faticosa ma le potenzialità per migliorare la qualità della didattica e rispondere alle esigenze degli studenti sono evidenti. Le attività che si svolgono in classe stimolano i ragazzi, quale che sia la disciplina, ad utilizzare competenze alte del pensiero e per tale motivo considero la Flipped Classroom un ottimo strumento di lavoro. E’ evidente che un solo anno di sperimentazione, per di più in una sola disciplina, non sia sufficiente per valutare se la sia una metodologia didattica vincente. Per questo motivo porterò avanti il progetto sulle stesse classi anche il prossimo anno, sollecitando e coinvolgendo tutte le materie di studio, almeno su una classe, per poter pienamente evidenziarne i vantaggi.

I risultati alla fine di questa breve UdA sono stati decisamente positivi. 
Tutti gli alunni, sia quelli appartenenti alle fasce di livello alte che i meno bravi, hanno migliorato le competenze, la motivazione verso lo studio della letteratura italiana e anche l’autostima. In classe gli alunni hanno dimostrato di saper dialogare, di collaborare con i compagni e creare oggetti didattici originali, mettendo in pratica le conoscenze apprese durante lo studio capovolto effettuato a casa e dimostrando di avere acquisito le competenze richieste.

Gli studenti hanno utilizzato Facebook e What’sApp per comunicare tra loro e scambiarsi informazioni riguardo alle consegne assegnate. Hanno usato tablet e smartphones per studiare e realizzare progetti multimediali. L’uso dei social network e della tecnologia applicata alla didattica capovolta ha fatto scoprire ai ragazzi un modo più divertente e coinvolgente di studiare.

Il mio tempo a disposizione in aula, liberato da quello normalmente occupato per le spiegazioni nelle lezioni tradizionali, è stato utilmente speso praticando una didattica per competenze e mi ha permesso di seguire le attività applicative al fianco dei miei studenti, offrendo spunti per l’approfondimento, laboratori ed esercitazioni. Ho così avuto più tempo per conoscere i miei ragazzi e parlare con loro e ho avuto anche più tempo da dedicare a quelli in difficoltà. Gli stessi studenti più brillanti e motivati ne hanno tratto beneficio, dedicandosi ad attività diversificate e maggiormente complesse, ma anche aiutando i compagni in difficoltà e maturando nuove competenze attraverso queste attività di tutoring


5. Informazioni sul tool Edpuzzle utilizzato per trasformare i video la lezione di letteratua 

Il video come mezzo per l’insegnamento. Nel 2015 con la 3b reti abbiamo uttilizzato  una piattaforma web-based che ci ha consentito di sfruttarne al massimo le potenzialità della flipped classeroom. Si tratta di EdPuzzle, tool gratuito dal funzionamento intuitivo grazie a cui potrete trasformare qualsiasi filmato nella lezione che avevate in mente.



edpuzzle


Il sito supporta un sistema di ricerca interno che rende facilmente rintracciabile un video già postato online su una vasta gamma di canali, tra cui youtubevimeoTeacher TubeNational Geographic o TED. In alternativa, l’utente ne può caricare uno personale. In entrambi i casi, uno strumento di editing permette di estrapolare dai filmati soltanto le parti desiderate.


Il vero punto di forza di EdPuzzle, però, sta nella sua capacità di rendere realmente attiva ed efficace la visione da parte degli studenti: si possono infattiintegrare dei quiz all’interno dei video creati, così da renderli interattivi ed esortare gli alunni a rispondere a domande sui contenuti che stanno seguendo, verificandone la comprensione in tempo reale.  

Uno screen shot da EdPuzzle
Uno screen shot da EdPuzzle

Gli insegnanti hanno inoltre a disposizione dati analitici molto completi grazie ai quali sapranno immediatamente quali tra gli studenti hanno effettivamente guardato il video e, grazie ai risultati dei quiz, quanto è stato loro utile a livello di nozioni apprese.

I progressi degli studenti, facilmente monitorabili grazie agli analytics di EdPuzzle


I progressi degli studenti, facilmente monitorabili grazie agli analytics di EdPuzzle


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Un ulteriore aspetto positivo è la possibilità, per il docente, di aggiungere una registrazione audio al video, così da commentare ed evidenziare alcune scene come farebbe se si trovasse in classe. I filmati sono anche facilmente embeddabilisu altri siti web.


Le video-lessons create con EdPuzzle non aspirano a sostituire le lezioni tradizionali, ma offrono certamente un valido complemento di cui avvalersi sia tra i banchi di scuola che per gli approfondimenti a casa.