Wikipedia in sciopero per la legge anti-blog

23:19 Barbara Antoniel 0 Comments

Per una wiki che ritorna, una che scompare. Se il caso Vasco Rossi-Nonciclopedia si chiude dopo mille polemiche, uno ben più grave per i destini del web italiano si è aperto ieri sera, con la clamorosa protesta di Wikipedia Italia.
Partiamo però segnalando la pace fatta tra Vasco Rossi e l'enciclopedia satirica Nonciclopedia: i legali di Vasco hanno deciso di fare un passo indietro e hanno ritirato la denuncia per diffamazione. Capito il clamoroso autogol, dallo staff di Vasco è arrivata dunque la decisione più sensata e così gli amministratori del sito lo hanno riaperto. "Tutto bene quel che finisce bene", commentano sul Facebook ufficiale di Vasco.
Ma il web ora è scosso da una protesta lanciata dal vero Wikipedia, con un clamoroso sciopero che da ieri sera - e non si sa per quanto tempo durerà - ha oscurato tutte le pagine dell'enciclopedia sociale. Il comitato di utenti che coordina Wikipedia Italia ha inserito in ogni pagina un duro comunicato che spiega i motivi della protesta.
Gli utenti spiegano che la "neutralità, libertà e verificabilità" di Wikipedia rischia di essere compressa dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni, il quale prevede che qualunque persona si sentisse lesa da una dichiarazione su un sito, possa pretendere l'immediata rettifica senza dover passare da un giudice: "Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti".
Nella nota viene specificato come la reputazione dei cittadini italiani sia già punita con il reato di diffamazione, dunque la legge anti-blog rischierebbe solo di bloccare la rete: "In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Il messaggio si chiude con una domanda: "Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?". Il popolo di navigatori italiani (e anche stranieri) ha già risposto diffondendo in massa questo messaggio. Ora quello che tutti aspettano è una risposta - possibilmente sensata - dal mondo della politica italiana. 

Comunicato stampa di Wikipedia 

Cara lettrice, caro lettore,


in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»
L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia


Trovata l'intesa sulla norma anti-blog

Avranno obbligo di rettificare entro 48 ore solo le testate on-line che risultano registrate. E' questo l'accordo bipartisan raggiunto in Comitato dei Nove, che sta esaminando il ddl Intercettazioni. La proposta e' il frutto di alcuni emendamenti presentati da Zaccaria (Pd) e Cassinelli (Pdl).

L'emendamento per correggere la norma "ammazza-blog" del ddl intercettazioni e' stato annunciato dal deputato del Pdl Roberto Cassinelli, autore di una precedente proposta di modifica.


"Il mio primo emendamento, gia' da diversi giorni depositato alla Camera - spiega Cassinelli - prevede termini allungati e sanzioni ridotte per i siti amatoriali. Questa nuova versione, che ha avuto il sostegno degli Onorevoli Contento e Costa, e che il comitato dei nove potrebbe fare propria, invece, li esclude tout court dall'obbligo di rettifica, mantenendolo solo per le testate registrate".


Cassinelli aggiunge che "dopo un'intensa attivita' di sensibilizzazione sul tema, credo di poter dire che sia ormai maturata in tutti, anche nel Governo, la convinzione che il

comma 29 vada cambiato". Per questa ragione, il parlamentare confida in un buon esito della vicenda, sottraendo cosi' i blog ai rischi cui sarebbero esposti in base al comma 29.