YouTube studia la rivoluzione dei canali tematici.
Fine delle star amatoriali? Su Nova24 di domenica
In questo articolo
Sono finiti i tempi delle YouTube star fatte in casa. Il sito di
condivisione di video più grande del mondo nei prossimi mesi cambierà
tutto puntando con decisione al modello della tv americana via cavo:
canali tematici premium (a pagamento) , contenuti originali e qualità.
Salar Kamangar ceo di YouTube un paio di giorni fa ha chiarito il suo
pensiero sulla mutazione che sta investendo la piattaforma video di
Google: ricavi da abbonamenti e pubblicità (in equal percentuale) e
investimenti per contenuti originali.
Con 100 milioni di dollari intende finanziare direttamente un
centinaio di canali premium che vedranno la luce (alcuni sono già
online) molto probabilmente già a partire dai prossimi mesi. I tempi
sono maturi. Le smart tv hanno cominciato a mettere ordine nella offerta
di app, video e widget su piccolo schermo. E poi a breve c'è il debutto
delle Google tv.
L'impressione è che la cosiddetta user content generation non sarà
più al centro dell'offerta di Youtube. In qualche modo stiamo andando
incontro a un palinsesto tematico più definito rispetto al passato. Per
dirla in altro modo dilettanti allo sbaraglio, animali buffi, neonati
ridanciani e presentatori improbabili faranno più fatica ad emergere.
Paradossalmente la User content generation che ha fatto la fortuna di
Youtube è quella che potrebbe pagare il prezzo più alto. Eppure, è
proprio tra i contenuti free che si individua talento e creatività.
Performance, webseries, "how to", recensioni (e videosoluzioni) di
videogichi, monologhi e video sperimentali sono generi il cui sottotesto
si è nativamente adattato al linguaggio del video digitale. Gli
esperimenti dei
Maker Studios , il canale Machinima che ospita storie animate realizzate con il motore grafico dei videogame, gli how to di
Michelle Phan
sono prodotti lontani anni luce dalle primitive espressioni della user
content generation. In questi video di dilettante o amatoriale c'è ben
poco. Come inquadrare i monologhi di
Ryan alias NigaHiga ?
O le perrformance di
MysteryGuitarMan ?
In Italia è nata una interessantissima generazione di fiction digitali.
Facce da scuola e
Lost in Google
sono due ottimi punti di partenza per scoprire questo mondo. Ma al di
là della scatola di contenuto all'interno della quale inserire queste
"opere" audiovisive resta il tema centrale della sostenibilità
economica. Un canale tematico dedicato per esempio ai viaggio può
generare attraverso la pubblicità ricavi non superiori a 3-4 dollari
ogni mille contatti. Un milione di view possono fruttare al massimo due-
tremila euro.
Campare solo con il canale Youtube e la pubblicità è praticamente
impossibile. Quantomeno per un dilettante. Lo ha capito subito Fred. Chi
se lo ricorda? L'adolescente con la voce di Paperino eletto nel 2005
Youtube star. Da allora si è dato da fare come un matto. Ha raggiunto
due milioni e rotti di iscritti. Si è lanciato nei cartoni animati, spot
e video musicale. Il suo film uscito nelle sale cinematografiche solo
in Inghilterra ha raccolto un milione di sterline. Non male per una star
locale. Ogni anno poi c'è un Fred nuovo su Youtube. Quest'anno è il
turno di Rebecca Black, prima nella classifica dei video più visti.
Quella di Rebecca è una storia strana. La cantante balza agli onori
della cronaca grazie al singolo Friday pubblicato dall'etichetta
discografica ARK Music Factory. La critica lo giudica "la canzone
peggiore della storia". Su YouTube invece spopola ma in negativo perché
la maggioranza delle persone clicca il video esprimendo il proprio
disappunto (pollice giù). Scorrendo la classifica troviamo cani che
parlano, le bimbe che imitano rockstar, spot fortunati e gattini
teneroni. Il solito bestiario da user content generation. Che
evidentemente, contro ogni logica commerciale, continua a piacere. Per
le aspiranti YouTube star c'è un futuro.